La principale finalità della supervisione riguarda la crescita professionale del counselor, la sua consapevolezza, il suo senso di autoefficacia.

All’interno del processo di supervisione viene monitorato ed analizzato il suo lavoro con i clienti, con l’obiettivo di aumentare la qualità del suo intervento e di conseguenza il benessere dei suoi clienti.

Attraverso un lavoro comune basato sulla relazione professionale tra counselor e supervisore, vengono monitorate costantemente le abilità, le competenze e le tecniche usate dal supervisionato, i suoi limiti e le sue risorse, così come l’attuazione delle “condizioni facilitanti” indicate da Carl Rogers (empatia, accettazione della visione del cliente, autenticità, congruenza).

Il counselor che intende migliorare le proprie competenze, esplorare le proprie criticità e punti deboli, avere un supporto nelle difficoltà, ottenere feedback costruttivi, acquisire consapevolezza e fiducia nei propri mezzi, necessita, in ogni fase del suo percorso di evoluzione professionale, di fare esperienze di supervisione.

I passi principali della supervisione riguardano

  1. L’analisi della richiesta del supervisionato
  2. La focalizzazione sull’argomento centrale
  3. La definizione dell’area della problematica portata dal counselor (area formativa, area professionale, difficoltà verso il cliente o verso se stesso)
  4. L’esplorazione e l’approfondimento del tema centrale
  5. L’individuazione delle alternative e di nuove informazioni tese al ripristino dell’efficacia dell’intervento

Tra i temi più ricorrenti portati dai counselor in supervisione abbiamo individuato:

  • gli aspetti tecnico-procedurali come la gestione del colloquio e delle tecniche utilizzate nel colloquio, la riformulazione, la gestione dei tempi relativi alle fasi del colloquio, la qualità della comunicazione e del feedback;
  • la costruzione e il mantenimento della fiducia reciproca e dell’alleanza operativa (e le crisi dell’alleanza da gestire);
  • la definizione e la stipula del contratto (la formulazione e i contenuti del contratto, il consenso informato, la parcella, la gestione delle informazioni e dei dati sensibili);
  • la deontologia professionale, la formazione continua, la promozione del sé professionale, lo sviluppo di idee e progetti.

Il riferimento teorico della supervisione di Nuovi Inizi è il modello pluralistico-integrato: alle basi rogersiane e gestaltiche integriamo una specifica attenzione al corpo e alle sensazioni del counselor nel qui e ora, proveniente dalla pratica del Focusing.

La nostra “visione” metodologica di supervisione si basa:

  • sulla fiducia nel processo dinamico che si sviluppa tra supervisionato e supervisore (la relazione è professionale e umana nello stesso tempo)
  • sull’integrazione di tutti gli aspetti della persona/professionista a livello cognitivo, emotivo, comportamentale
  • sull’individuazione di strategie integrate e creative finalizzate al raggiungimento degli obiettivi
  • sull’aspetto esperienziale ancorato nel qui e ora (il focus è sul counselor supervisionato e sul suo vissuto, e non sul cliente di cui parla)
  • sulla supervisione personalizzata e adattata sui bisogni emergenti del supervisionato
  • sulla creazione di un clima accogliente e facilitante (assenza di giudizio, comprensione empatica, ascolto attivo, autenticità).

Le forme della supervisione

La supervisione può assumere diverse forme; può essere individuale (supervisore e supervisionato), di gruppo (supervisore e gruppo di supervisionati), a distanza (su piattaforme come Zoom e Skype.). Nuovi Inizi propone percorsi di supervisione individuale e/o di gruppo, sia off-line (quando le condizioni lo permettono, ci piace essere in presenza), che on-line sulla piattaforma Zoom.

Una forma che riteniamo molto arricchente e proficua è la supervisione in gruppo, per l’energia e le potenzialità insite nel lavoro di gruppo, per le dinamiche e i feedback empatici tra i partecipanti, e per la possibilità di confronto e ascolto delle esperienze e dei casi portati dai colleghi in cui potersi riconoscere.

Il gruppo permette tra l’altro di allargare la rete professionale e sentire più forte quel “senso di appartenenza” a una comunità professionale, che permette al counselor di ridurre il suo senso di solitudine.

Per Nuovi Inizi il riferimento principale per la supervisione sono le linee guida, il codice etico e deontologico dell’associazione professionale di Counseling CNCP.

Riferimenti bibliografici

  • Giusti E., Spalletta E. (2012), Comunanze e differenze tra il counseling e la psicoterapia, Sovera, Roma
  • Masci S. (2012), La supervisione nel counseling, Franco Angeli, Milano

 

Il testo è stato scritto da Ercole Boni responsabile area Counseling di Nuovi Inizi.

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